L’importanza del clima emotivo negli sport di squadra
28-07-2022 12:20 - Archivio News
Salute e medicina dello sport
A cura del dott. Alessandro Todeschi, psicologo dello sport, collaboratore del Centro Studi e Formazione in Psicologia dello Sport.
Cosa succede negli sport di squadra quando le emozioni si moltiplicano in relazione al numero di individui presenti nei campi da gioco?
Allo stesso modo una squadra che entra in fiducia arriva a performare ad un livello altissimo con il minimo sforzo, gasandosi e prendendo energia secondo dopo secondo! In questo caso si parla di “flow”, ovvero flusso (di cui si è già parlato) che nella fattispecie diventa “flow di squadra”.
La domanda che sorge a questo punto è: CHE CONSEGUENZE HANNO QUESTE CONSIDERAZIONI IN UN CONTESTO DI SQUADRA?
Un buon allenatore, dal punto di vista emotivo, sa:
• Riconoscere le emozioni che prova e che provano gli atleti che allena.
• Gestire le emozioni proprie ed altrui in funzione dell’obiettivo.
• Accettare le emozioni degli altri, giudicare è una pessima strategia per aiutare una persona.
• Gestire le emozioni in relazione alle diversità degli atleti. Il che non significa fare differenza, ma capire la persona con cui sto parlando, e questo fa una grande differenza.
• Tradurre le sue emozioni in un linguaggio comprensibile per la sua squadra o per il singolo atleta.
• Comunicare l’emozione che serve alla squadra, anche se è diversa da quella che sta provando. Sa quindi trasformare la sua emozione in un messaggio utile e propositivo.
• Essere consapevoli delle proprie emozioni e di quelle altrui.
• Accettare le emozioni degli altri, giudicare è una pessima strategia per aiutare una persona.
• Restare concentrati sull’obiettivo (anche grazie all’aiuto dell’allenatore).
• Comunicare in maniera costruttiva e propositiva per aiutare sia sé stessi (grazie al dialogo interno) che i propri compagni a mantenere questa concentrazione.
• Essere consapevoli dei momenti della competizione e del loro particolare peso emotivo (Zidane-Testata-Materazzi vi dice qualcosa?).
• Giocare in trasferta con un pubblico particolarmente ostile.
• Genitore che a livello giovanile commenta la partita dagli spalti. (Sul ruolo del genitore nello sport c’è tanto da dire, ma non è questa la sede.)
• Avversario che invia provocazioni (verbali o non verbali).
Così arriviamo all’ importanza innanzitutto di parlare di emozioni come informazioni importanti per noi, riflettendo sugli aspetti legati alla loro gestione, dal momento che, come abbiamo appena visto, possono avere un grandissimo impatto sugli altri e sull’ambiente che ci circonda!
La complessità emotiva della squadra è davvero molto grande, ma ha un impatto decisivo nell’andamento di stagioni e campionati. Imparare a capire e lavorare con il clima emotivo diventa, in conclusione, una capacità importante per tutti visto che ognuno, in una squadra, può diventare “portatore sano di emozioni piacevoli” e utili al raggiungimento di obiettivi e successi.
Fonte: https://www.sportellodellosport.com/salute-e-medicina-dello-sport/limportanza-del-clima-emotivo-negli-sport-di-squadra/
A cura del dott. Alessandro Todeschi, psicologo dello sport, collaboratore del Centro Studi e Formazione in Psicologia dello Sport.
Cosa succede negli sport di squadra quando le emozioni si moltiplicano in relazione al numero di individui presenti nei campi da gioco?
NELLO SPORT LE EMOZIONI SONO MOLTO VIVE
Quando facciamo uno Sport c’è sempre un po’ di tensione (per il risultato, per la propria performance, per l’importanza dell’appuntamento, ecc..). Questa tensione ci rende particolarmente sensibili, ecco perché è importante gestire le proprie emozioni in maniera efficace.SIAMO SENSIBILI ALLE EMOZIONI DEGLI ALTRI
Il nostro cervello è naturalmente predisposto a cogliere i segnali emotivi degli altri. Tali segnali possono essere attimi molto brevi (un sopracciglio che si alza, una bocca tesa, ecc…), ma anche momenti più lunghi ed evidenti (uno sfogo, un cambio della postura, ecc…). Questa caratteristica è la base fondamentale di una capacità come l’empatia, ovvero, molto velocemente, il sapersi mettere nei panni altrui. Durante uno sport di squadra, quindi, è altamente possibile che si colgano i segnali emotivi di compagni, avversari ed allenatori.CONTAGIO EMOTIVO
Le emozioni sono contagiose! Provo a spiegarmi in maniera semplice, ma anche divertente. Avete mai visto l’inizio di una rissa in un campo da calcio (o in qualsiasi altro campo, non me ne vogliano i calciofili)? C’è sempre un giocatore che cerca di calmare gli altri, ma non appena qualcuno lo tocca o gli dice qualcosa la calma scompare per lasciare posto alla rabbia! Questo è un esempio, molto banale, di come un’emozione altrui possa contagiarci o, viceversa, di come i nostri vissuti emotivi possano impattare sugli altri. È quindi possibile che le emozioni di un giocatore divengano quelle di una squadra intera. Un classico esempio di questo è la paura. Quando una squadra che ha un grande vantaggio viene rimontata può accadere che tra i giocatori serpeggi una paura che, in poco tempo, si propaga a tutti quanti bloccando e condizionando negativamente la prestazione. Il termine tecnico che si usa in questi casi è “soffocamento”, dall’americano “choking”, visto che la sensazione è quella di perdere il fiato, paralizzati dalla paura.Allo stesso modo una squadra che entra in fiducia arriva a performare ad un livello altissimo con il minimo sforzo, gasandosi e prendendo energia secondo dopo secondo! In questo caso si parla di “flow”, ovvero flusso (di cui si è già parlato) che nella fattispecie diventa “flow di squadra”.
La domanda che sorge a questo punto è: CHE CONSEGUENZE HANNO QUESTE CONSIDERAZIONI IN UN CONTESTO DI SQUADRA?
ALLENATORE
Uno dei principali responsabili del clima emotivo che si respira non solo durante la prestazione, ma anche durante gli allenamenti, è l’allenatore. È l’allenatore infatti che, attraverso la propria gestione(stile di leadership, comunicazione, ecc…), può influenzare di molto lo stato emotivo della squadra. Oggigiorno, facendoci caso, è sempre più frequente vedere allenatori che trasmettono calma quando la squadra è tesa oppure che si arrabbiano quando la squadra è spenta. Questo anche quando, probabilmente, la reazione istintiva dell’allenatore sarebbe diversa. La scelta, quindi, diventa quella di calmarsi per calmare, o di attivarsi per attivare, sfruttando proprio il potere del contagio emotivo.Un buon allenatore, dal punto di vista emotivo, sa:
• Riconoscere le emozioni che prova e che provano gli atleti che allena.
• Gestire le emozioni proprie ed altrui in funzione dell’obiettivo.
• Accettare le emozioni degli altri, giudicare è una pessima strategia per aiutare una persona.
• Gestire le emozioni in relazione alle diversità degli atleti. Il che non significa fare differenza, ma capire la persona con cui sto parlando, e questo fa una grande differenza.
• Tradurre le sue emozioni in un linguaggio comprensibile per la sua squadra o per il singolo atleta.
• Comunicare l’emozione che serve alla squadra, anche se è diversa da quella che sta provando. Sa quindi trasformare la sua emozione in un messaggio utile e propositivo.
ATLETI
L’empatia di cui si è parlato prima, oltre ad essere la capacità di mettersi nei panni degli altri, rappresenta anche la capacità di capire l’altro senza perdere sé stessi. Per gli atleti diventa fondamentale quindi:• Essere consapevoli delle proprie emozioni e di quelle altrui.
• Accettare le emozioni degli altri, giudicare è una pessima strategia per aiutare una persona.
• Restare concentrati sull’obiettivo (anche grazie all’aiuto dell’allenatore).
• Comunicare in maniera costruttiva e propositiva per aiutare sia sé stessi (grazie al dialogo interno) che i propri compagni a mantenere questa concentrazione.
• Essere consapevoli dei momenti della competizione e del loro particolare peso emotivo (Zidane-Testata-Materazzi vi dice qualcosa?).
ESTERNO
Oltre ad allenatori ed atleti, influenzabili a vicenda, anche il contesto esterno influenza e può contagiare il clima emotivo di un gruppo. Pensate banalmente al:• Giocare in trasferta con un pubblico particolarmente ostile.
• Genitore che a livello giovanile commenta la partita dagli spalti. (Sul ruolo del genitore nello sport c’è tanto da dire, ma non è questa la sede.)
• Avversario che invia provocazioni (verbali o non verbali).
UNA SCELTA CONSAPEVOLE
Molto spesso queste variabili di contesto risultano difficilmente controllabili. A questo punto diventa importante ricordarsi che siamo noi i responsabili delle emozioni che proviamo e che, quindi, alla fine la scelta di come comportarsi spetta sempre a noi!Così arriviamo all’ importanza innanzitutto di parlare di emozioni come informazioni importanti per noi, riflettendo sugli aspetti legati alla loro gestione, dal momento che, come abbiamo appena visto, possono avere un grandissimo impatto sugli altri e sull’ambiente che ci circonda!
La complessità emotiva della squadra è davvero molto grande, ma ha un impatto decisivo nell’andamento di stagioni e campionati. Imparare a capire e lavorare con il clima emotivo diventa, in conclusione, una capacità importante per tutti visto che ognuno, in una squadra, può diventare “portatore sano di emozioni piacevoli” e utili al raggiungimento di obiettivi e successi.
Fonte: https://www.sportellodellosport.com/salute-e-medicina-dello-sport/limportanza-del-clima-emotivo-negli-sport-di-squadra/
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