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Stretching e mobilità articolare

05-02-2022 09:08 - Archivio News
La parola "stretching" è un termine che proviene dall'inglese "ti stretchin" che in italiano significa allungamento. È un sistema che consiste nell'allungamento muscolare e nella mobilizzazione delle articolazioni attraverso l'esecuzione di esercizi di stiramento, semplice complessi, allo scopo di mantenere il corpo in un buono stato di forma. Le origini stretching. Sono varie, quello più conosciuto è quello codificato da Bob Henderson. Gli esercizi di stretching sollecitano, come precedentemente descritto l'intervento delle forze elastiche interne al muscolo. Prenderemo in considerazione due tecniche fondamentali di allungamento, le tecniche statiche e quelle dinamiche.


TECNICHE STATICHE

Si pensa, ad una prima analisi, che le metodiche di stretching statico intervengono solamente sul sistema muscolo-tendineo, in realtà si parla di stretching fasciale o connettivale perché queste strutture vengono modificate dall'allungamento. Ricordiamo che il sistema fasciale comprende le aponeurosi, i legamenti il tessuto connettivo presente all'interno del muscolo come fibra collagene e all'esterno come tessuto fasciale di contenimento. L'allungamento muscolare e influenzato da due principali fattori di esecuzione: l'intensità e il volume o durata. Le deformazioni plastiche del tessuto fasciale si ottengono con una bassa intensità di esecuzione (sotto la soglia del dolore) Mantenimento abbastanza lungo della posizione (alta data di esecuzione). Inoltre anche la velocità di esibizione importante, infatti un movimento brusco provoca l'attivazione del riflesso miotatico o di stiramento. Questo determina come azione di difesa una contrazione del muscolo e quindi un accorciamento dello stesso.
La tecnica realizzata da Bob Henderson e stata diffusa grazie alla sua relativa facilità di esecuzione. Il segmento corporeo da allungare viene portato lentamente al limite del suo range di movimento, dove si accentua la sensazione di intenzione di allungamento, quest'ultima comunque non dev'essere mai dolorosa.
Questa posizione deve essere mantenuta dai 15 ai 30 secondi e anche di più se le articolazioni interessate sono quelle degli arti inferiori o della colonna vertebrale. Si tratta di una tensione di allungamento detta anche passiva, in quanto la posizione della tensione si raggiungono grazie alle forza di gravità o all'aiuto di un compagno o semplicemente con l'intervento di altri gruppi muscolari. I miglioramenti con questa tecnica si ottengono perché le strutture muscolari fasciali (connettivali) sono capaci, data la loro plasticità, di adeguarsi alle maggiori richieste di "tensione". Se questo aumenta con la pratica degli esercizi di stretching esse si adegueranno allungandosi, se invece diminuirà con l'inattività tenderanno ad accorciarsi.


STRETCHING STATICO O CONNETTIVALE

Questa tecnica è quella definita PNF (Propriocettive Neuromuscolar Facilitation) messa a punto da Kabat. Viene eseguita una contrazione isometrica submassimale di serio 10 secondi, un rilassamento di 2 o 4 secondi ed infine un allungamento simile alla tensione di sviluppo di Handerson sul muscolo da allungare. Ogni sequenza di contrazione, rilassamento allungamento viene ripetuta tre o quattro volte. Questo metodo si basa sul riflesso miotatico inverso di Sherrington, secondo il quale gli organi muscolo-tendindi del Golgi, siti all'interno dei tendini, sono sensibili allo stiramento prodotto da una forte contrazione circolare come quelle isometriche questi organi inviano al sistema del ruolo centrale informazioni riguardanti la forza di contrazione muscolare attraverso il nervo sensorio. Se questa contrazione è tanto forte da poter arrecare un danno, il sistema nervoso centrale rinvia un informazione attraverso il nervo motorio, che provoca un rilassamento del minuscolo interessato. Pertanto si parla di riflesso nervoso inibitore (o di inibizione autogena), che faciliterebbe il successivo allungamento muscolare. Questa tecnica di allungamento muscolare necessita tuttavia di una fase preliminare di apprendimento adeguato, prima di poterne ricavarne i massimi benefici, può essere consigliabile l'assistenza di un fisioterapista.


Stefano Lorusso.


Fonte: https://volleyprojet.blogspot.com/?fbclid=IwAR27lpqMrRX-oNe5diYAF_CPhYylQeMI1_5cx-ppL1RDyVJOzjQcUIcmbqI

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